Sapete quando trovate un libro sullo scaffale di casa e non riuscite a capire come ci sia arrivato?
Quando non ricordate di averlo comprato o che qualcuno ve lo abbia regalato?
Ecco, a me è successo con Storia di un corpo di Daniel Pennac, che ho appena finito di leggere e vorrei condividere con voi le mie impressioni.
Si tratta di un romanzo scritto da Pennac nel 2012, la cui storia è narrata in prima persona dal protagonista: un uomo che decide di lasciare alla figlia un diario dopo la sua morte.
Il diario è un racconto del suo corpo, che ripercorre le tappe della sua vita dall'adolescenza, all'età adulta, fino alla vecchiaia. Il corpo è il protagonista assoluto del romanzo, descritto da Pennac in modo dettagliato e sensibile, soffermandosi sulle sensazioni, le emozioni, i cambiamenti che lo attraversano nel tempo. A tratti molto schietto, diretto, quasi crudo, ma l'ho trovato coinvolgente e appassionato.
Non conoscevo Pennac come scrittore, ed è stato il primo libro che ho letto di questo autore.
Devo dire che ho apprezzato la sua scrittura scorrevole, ricca di immagini e metafore, con riflessioni profonde sulla vita e la morte.
Il romanzo affronta un tema fisico, come il corpo, in modo, a mio avviso, originale e inedito. La narrazione in prima persona lo ha reso, ai miei occhi, ancora più coinvolgente, perché mi ha fatto partecipare ai pensieri e alle emozioni del protagonista. Credo che sia un romanzo che merita di essere letto, perché accompagna il lettore alla scoperta della vita e del suo percorso.
Ci fa riflettere su come vediamo il nostro corpo cambiare, crescere e invecchiare, e soprattutto mi ha fatto pensare a quanto sia importante vivere giorno per giorno, godersi ogni momento della vita e accettare con serenità il passare del tempo.
Questo romanzo invita a riflettere sulla propria esistenza e sul rapporto con il corpo.
Non so come sia arrivato sul mio scaffale, ma è arrivato al momento giusto e sono felice di averlo letto.
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